venerdì 26 luglio 2013

IL GIRO DEL LATTAIO

Roma, 1943. La famiglia reale inglese massacra centinaia di bambini italiani, poi è toccato a centinaia di migliaia di altri 23 luglio 2013 alle ore 15.11 
Con 4 gg di ritardo (ero in ferie a Pinzolo), sollecitato dalle provocazioni dei media sionisti italiani che mi massacrano gli zabadei con la nascita dell'infante, non posso non ricordare i massacri di bambini italiani compiuti dalla famiglia reale inglese/Rothshild, che ancora comanda sulla stragrande maggioranza delle logge massoniche mondiali, a cominciare dal "giro del lattaio" a S. Lorenzo, ma in tutta Italia furono decine di migliaia.

 Il "vizietto del massacro " è poi stato sviluppato ed "efficientato" in Yugoslavia, Iraq, Afghanistan, Libia ....per stare ai più noti e pù recenti ...ma si commuovono tanto, loro e i loro servitori, per la nascita di un bambino che per ora è innocente....(ma destinato ad entrare nella gerarchia degli "illuminati", per poi diventare il gran capo della massoneria più luciferina).


 ------------- Il “giro del lattaio”-


 Roma 19 luglio 1943 “Milk Run” nel gergo dei piloti dei bombardieri ha il significato di un raid sin troppo semplice: come depositare le bottiglie del latte la mattina casa per casa, solo che si tratta di bombe. E’ un “Milk Run” il 19 luglio 1943 a seppellire sotto una pioggia di circa 4.000 bombe contenenti oltre 1.000 tonnellate di esplosivo, lanciate da ondate successive di 662 bombardieri scortati da 268 caccia, che mitragliavano a bassa quota, il quartiere di S. Lorenzo a Roma, causando la morte di oltre 3.000 civili e il ferimento di circa 12/15.000, 1.500 dei quali morti successivamente. L’Impero del Male Inroduzione Avevamo scritto in un precedente articolo sulla guerra nord americana contro l’Iraq della pratica costante, e peraltro continuamente tecnologicamente aggiornata, dell’uso da parte dell’esercito degli Stati Uniti di armi di distruzione di massa. Tritolo, benzina, fosforo, diossina, uranio impoverito, ecc. sono componenti chimiche vastamente e regolarmente utilizzate dell’aviazione USA con finalità non di colpire eserciti o in genere combattenti nemici, ma di terrorizzare la popolazione del paese nemico, o almeno tale ritenuto per gli interessi economici dell’Impero nord americano.


 Terrorismo avremo dunque dovuto intitolare questo inserto, seguendo la definizione che di tale “tecnica di guerra” ha dato la stessa FBI, commentata nella nota dell’Ambasciatore Sergio Romano che pubblichiamo nel riquadro in calce. Oggi però, e da numerosi anni, c’è in realtà un solo Stato realmente in grado e che costantemente fa uso della sua potenza per terrorizzare il Mondo: l’Impero USA, il più grande, il più forte, forse anche il più violento che la storia dell’umanità abbia mai conosciuto.

 Vogliamo ripercorrere, per ricordare, alcuni episodi più significativi, per la particolare crudeltà e l’evidente finalità non bellica ma propriamente terroristica, di bombardamenti eseguiti su obiettivi civili dall’aviazione USA con il ricorso ad armi di “distruzione di massa”. Il prossimo 19 luglio 2013 cade il settantesimo anniversario del bombardamento del quartiere S. Lorenzo di Roma che abbiamo richiamato nella copertina dell’inserto.

 Partiamo da questa memoria sia chiaro non per “revisionare” la storia (si veda il film “Il Cacciatore” ricordato nell’apposito inserto). L’Italia era allora un paese fascista e stava, come si dice, dalla parte dei “cattivi”, la barbarie del bombardamento del quartiere popolare di Roma da parte dei, anche qui come si dice, “liberatori”, non cambia i ruoli e le responsabilità immense della carneficina della seconda guerra mondiale; ma il punto che vorremmo trattare è proprio questo: è giusto massacrare un popolo per combattere un regime?

 Che vuol dire: la guerra, qualsiasi guerra, che coinvolge inevitabilmente i popoli degli Stati, coalizioni, schieramenti combattenti, è davvero l’unico mezzo per la risoluzione dei conflitti, qualunque sia la loro gravità e/o i fondati torti e di contro le opposte apprezzabili ragioni? 

Quando poi la forza militare è fortemente e stabilmente nelle mani di una sola parte, e dunque c’è sempre un solo vincitore che poi è colui che riscrive la storia, la vittoria militare è davvero la soluzione, o finisce per sostituire dall’alto (il tema dei bombardamenti aerei qui trattato è quanto mai pertinente) un regime a un altro? Abbiamo concepito questo inserto in modalità “multimediale”. Per ogni episodio trattato, indichiamo degli indirizzi internet anche con il percorso del qr code, in modo che i lettori possano andare oltre negli approfondimenti, anche critici, laddove dovessero non condividere le opinioni espresse in questo articolo. 

Roma, San Lorenzo Siamo all’estate del 1943, le forze dell’Asse (Germania-Italia) sono oramai in rotta ovunque o comunque in rapido ripiegamento difensivo. La battaglia di Stalingrado si è conclusa a febbraio con la resa delle truppe tedesche e l’Armata Rossa avanza oramai velocemente verso l’Europa centrale; l’Africa è stata completamente liberata e all’inizio di luglio è iniziato lo sbarco delle forze alleate in Sicilia. Mancano in verità ancora due anni di guerra, violentissima e sanguinosissima, ma i destini del Terzo Reich sono segnati. L’Italia sta già segretamente negoziando la resa che formalizzerà con l’ “armistizio” dell’8 settembre (le virgolette stanno a significare la verità di una resa incondizionata e disastrosa per le modalità di (non)comunicazione neppure allo stesso esercito italiano). 

Le truppe tedesche non sono ancora discese in Italia, ferme a livello dell’Alto Adige dove contano sull’entusiastico sostegno della popolazione di lingua tedesca. In Italia dunque in quell’estate 1943 non ci sono significativi centri di rilevanza militare e Roma, in particolare, è un sito totalmente irrilevante anche perché privo di difese sia contraeree che aeree.

 Eppure nel luglio 1943 gli alleati (USA fondamentalmente) decidono di colpire con incredibile violenza la Città eterna, il simbolo della cristianità. Una nota di chiarezza: a luglio 1943 Roma non era “città aperta” ai termini delle convenzioni internazionali, lo si era “auto dichiarata” nell’agosto successivo, ma non è stata ufficialmente riconosciuta come tale, anche se, va subito aggiunto, gli Alleati non hanno mai rispettato tale tutela anche quando questa era stata ufficialmente attribuita, com’è accaduto ad esempio per il bombardamento di Belgrado nell’aprile 1944 nonostante la città fosse stata smilitarizzata. Un fatto è chiaro: il bombardamento di Roma del luglio 1943, ma anche quelli che seguirono nell’agosto dello stesso anno e ancora negli anni successivi, fu un deliberato atto di terrorismo. Resta un dubbio, ma forse più che un dubbio una verità “inconfessabile”: destinatario di quell’atto di terrorismo non era il popolo dello Stato fascista italiano, oramai allo sbando ovunque, quanto l’ “altro” Stato romano: lo Stato della Chiesa cattolica. 

Roma non era infatti agli occhi degli alleati (USA e GB) la sede della cristianità, ma della Chiesa cattolica, tanto osteggiata in ambedue i Paesi alleati, quanto fortemente compromessa sia col fascismo che con il nazismo. Si potrebbe dunque dire che il bombardamento di Roma non fu neppure un atto di terrorismo ma un atto di guerra “indiretta” a uno dei più potenti Stati della terra: lo Stato del Vaticano.

 Ben lungi quindi dall’essere protetti, come molti pensavano e ancor più davano a credere, dalla presenza del Papa cattolico, i cittadini di Roma pagarono allora il prezzo della vicinanza a un potente nemico dell’alleanza anti nazi-fascista. 

Gli Usa cercarono lungamente di accreditare la tesi di una distruzione mirata di insediamenti militari o comunque di rilevanza militare, nonché di una particolare attenzione nell’addestramento dei propri piloti per non colpire monumenti e zone popolari. Il filmato al quale vi rinviamo con l’indirizzo e il qr code in calce, svela la grossolanità della falsa propaganda umanitaria USA: si trattò di un bombardamento a tappeto, eseguito con un numero impressionante di aerei bombardieri e altrettanti caccia che, tra una pioggia di bombe e l’altra, scendevano a bassa quota e mitragliavano superstiti e soccorritori. 

Non c’era contraerea, non c’erano caccia di difesa, non c’erano in fondo neppure soldati, solo cittadini e, come è accaduto con la grottesca distruzione di parte del cimitero del Verano, cadaveri e scheletri disseppelliti dalle esplosioni in profondità. Un “giro del lattaio” appunto, criminale e spietato. http://www.youtube.com/watch?v=ULd74cBzZ4I Dresda Se Roma fu il primo atto di terrorismo aereo in Italia, il bombardamento di Dresda del febbraio 1945 fu un atto di incredibile vendetta posto in essere, in quel caso, principalmente dall’aviazione inglese. Dresda, nel nord della Germania, era una città barocca dalla lunghissima e importantissima storia con una popolazione di circa 5/600mila abitanti. In qualche modo un gioiello e un simbolo della cultura e della storia della nazione tedesca. In quella fase oramai terminale della guerra Dresda, completamente privata di difese antiaeree e aeree, trasferite sul fronte russo, era diventata un sito di ricovero per una vasta popolazione di sfollati dal fronte russo in rapido avvicinamento, con un numero altissimo di ospedali per i feriti civili e militari. 

Dresda era dunque un bersaglio persino più facile di Roma, ma molto molto più sensibile per la concentrazione di profughi e di servizi sanitari. I tedeschi negli anni precedenti, persa la battaglia aerea d’Inghilterra dell’estate 1940 e abbandonata l’idea di uno sbarco sull’isola, avevano ripetutamente cercato di piegare il morale del popolo inglese bombardando sistematicamente le loro città con i missili V1 e V2. Era giunto il tempo della vendetta e così il 13 febbraio 1945, con più ondate successive distanziate anche di due giorni l’una dall’altra, circa 800 bombardieri della aviazione inglese coprirono letteralmente di bombe la città indifesa, praticamente cancellandola. Ma non si trattò solo (si fa per dire) di un bombardamento distruttivo, gli inglesi utilizzarono bombe incendiarie, peraltro espressamente vietate dalla convenzioni internazionali quali armi di distruzione di massa, che oltre a demolire con le esplosioni, spargevano il fuoco agli edifici non colpiti mandandoli in fiamme. Dresda divenne un unico immenso rogo a circa 1.500 gradi di temperatura che generò una “tempesta di fuoco” che inghiottì, letteralmente risucchiandoli tra le fiamme, qualcosa come 250-300mila persone (n.b. i numeri sono molto contestati a livello di uno zero in più o in meno, ma questo dipende dal peso di coloro che hanno “riscritto” la storia). Sembra comunque che le bombe di Hiroshima e Nagasaki (ne parliamo più avanti) fecero molti meno morti. Il servizio storico al quale vi rinviamo con l’indirizzo e il qr code in calce, ci da inoltre un’informazione assai interessante, anche perché immediatamente replicata nel caso delle bombe atomiche USA. A volere quell’incredibile atto di vendetta non furono i militari, bensì i politici, nello specifico il soprannominato “bisonte della reazione” Winston Churchill.

 Questo non nobilita il ruolo né sminuisce le responsabilità dei militari (lo abbiamo già detto: non c’è nessun onore ad ammazzare o farsi ammazzare in divisa), ma evidenzia quanto sia nella politica, e dunque nelle volontà dei poteri dominanti, la responsabilità anche della più efferata violenza delle guerre. http://www.youtube.com/watch?v=5m6z7Iax31k Hiroshima La vicenda delle due bombe atomiche lanciate su Hiroshima e Nagasaki nell’agosto 1945 resta una delle pagine più controverse della storia recente nonostante la cortina di prepotenze, omertà e opportunismi che l’ha coperta sin dai giorni immediatamente successivi alle esplosioni.

I responsabili del lancio delle bombe atomiche hanno ripetutamente cercato di fornirne articolate ragioni circa la necessità di quell’atto, giungendo sino a bilanciarne, col ricorso alla statistica, i costi e i benefici in termini di morti, militari e civili, nel caso di ulteriore prosecuzione della resistenza militare del Giappone.

Ma anche nel fronte USA, sin dall’indomani della conoscenza delle dimensioni della catastrofe umana provocata dalle due bombe, diverse voci si alzarono per contestarne la necessità e per dissociare le proprie responsabilità.Sia il generale MacArthur, comandante dello scacchiere militare del Pacifico, che il generale Eisenhower, comandante di quello europeo, dopo avere dichiarato ambedue di non essere stati preventivamente informati e consultati della decisione presa dal Presidente Truman di lanciare le bombe atomiche, affermarono che, da un punto di vista strettamente strategico militare, non ve n’era bisogno essendo il Giappone sul punto di arrendersi senza la necessità di quella carneficina di civili. 

Nel tempo si è fatta strada un’altra lettura delle ragioni di quell’evento che ha trovato sempre più credito, anche alla luce delle vicende storiche e politiche successive.E’ stato detto che gli “inutili” bombardamenti atomici delle due città giapponesi hanno rappresentato il primo atto esplicito della “guerra fredda” con l’Unione Sovietica; in altri termini era quest’ultima la vera destinataria dell’intimidazione strumentalmente eseguita ai danni della popolazione giapponese. 

La guerra in occidente era finita, la Germania si era arresa, l’esercito di terra sovietico, in quel momento il più grande del mondo, si era spostato in oriente e aveva attaccato le forze giapponesi in Manciuria letteralmente travolgendole. 

L’Unione Sovietica si stava dunque affacciando sull’Oceano Pacifico e non escluso, a detta degli stessi americani, avrebbe anche potuto precedere gli USA nella conquista almeno di parte dell’arcipelago giapponese. Occorreva un segnale forte, un avvertimento che ristabilisse i ruoli e gli spazi del dominio del mondo.

Il prezzo è stato cinicamente posto a carico della popolazione civile di uno Stato oramai sconfitto e distrutto. Il servizio di “Ulisse” curato da Alberto Angela al quale rinviamo con l’indirizzo internet e il qr code in calce è quanto mai esplicito in tal senso. 

Solo poche aggiunte, che chi vorrà potrà verificare facilmente, a testimonianza della finalità terroristica di quel crimine di guerra. Per esplicito ordine del comitato preposto alla decisione sull’uso delle bombe: le stesse dovevano colpire grandi insediamenti civili per enfatizzarne l’effetto devastante; non doveva essere dato preavviso né della decisione del lancio né, cosa persino più grave, della natura dell’esplosivo, per lasciare il più possibile terrorizzato il Paese (o chi di dovere) colpito; il lancio doveva essere ripetuto per dimostrare la disponibilità di un arsenale “ricco”. 

Nota, a dispetto della retorica dell’attenzione dei militari USA alle potenziali vittime civili (dette: effetti collaterali), va segnalato che Nagasaki subì danni relativamente limitati in quanto gli USA lanciarono “alla cieca”, sopra una coltre di nuvole, e quindi la bomba cadde dietro una collina che ne limitò gli effetti sulla città. http://www.youtube.com/watch?v=j_xSyrJVx3Q Belgrado L’elenco potrebbe (dovrebbe) proseguire enormemente più a lungo (basti solo pensare al Vietnam, alla Cambogia, all’Iraq, ecc.), ma fermiamoci qui; anzi facciamo un salto cronologico e geografico per significare che quegli atti non solo non appartengono a un passato superato, ma anche che non sono così lontani, nello spazio e nelle responsabilità, dal nostro presente e dalla nostra politica

Parliamo dell’aggressione, sempre aerea, della coalizione della Nato alla Repubblica iugoslava, ridotta, dopo la secessione della Slovenia, Croazia, Bosnia e Macedonia, alla sola Serbia e Montenegro. La guerra contro la Iugoslavia si sviluppa in più tappe, 2004, 2005 e infine 2009 (cosiddetta guerra del Kossovo) quest’ultima con la maggiore partecipazione militare dell’aeronautica italiana.

 Sarà soprattutto in questa terza fase che si accentuerà il carattere terroristico dei bombardamenti aerei, in quanto diretti non più, o non solo, verso obiettivi militari, ma direttamente verso infrastrutture civili (centrali elettriche, infrastrutture stradali e ferroviarie, sistemi televisivi, ecc.). Anche in questo caso si tratterà sostanzialmente di un “Milk Run” in quanto le capacità di difesa della Iugoslavia erano assolutamente sproporzionate alle dimensioni delle forze aeree attaccanti che poterono contare, nel periodo massimo, su oltre 1.000 aerei, decollati da numerosi Paesi europei. 

La caratteristica ben nota ai governi della Nato (l’ONU rifiutò la copertura internazionale dell’operazione esclusivamente imposta dagli USA ai propri Stati sudditi, in testa l’Italia) fu quella dell’uso di una nuova arma di “distruzione di massa”: l’uranio impoverito, U238 e torio 234, che veniva liberato nell’aria inquinando quindi non solo la terra ma anche l’atmosfera con indici di persistenza volatile di numerosi mesi. I servizi giornalistici sull’argomento sono innumerevoli, vi suggeriamo di iniziare dalla ricostruzione dell’ultima aggressione aerea alla Repubblica iugoslava del 2009 fatta in un lungo servizio di Rai3 all’indirizzo internet e qr code a lato. http://www.youtube.com/watch?v=QolJ7c70S8Q di Sandro Ridolfi L’Fbi definisce il terrorismo come “atti violenti… miranti a intimidire o a coartare la popolazione civile, a influenzare la politica di un governo, o a interferire nella condotta di un governo” da un articolo di Sergio Romano pubblicato sul Corriere della Sera del 5 febbraio 2009 “La definizione di terrorismo è un difficile esercizio a cui sono stati dedicati studi importanti e dibattiti interminabili, soprattutto alle Nazioni Unite.

 Personalmente uso quella che mette l’accento sulla clandestinità dell’organizzazione, la segretezza e l’imprevedibilità dell’attentato e, come nel caso del terrorismo religioso, l’uso della vita dell’attentatore come arma suprema. L’uso della popolazione civile come obiettivo militare non è una novità introdotta dai movimenti dell’islamismo radicale. Il fenomeno comincia con i primi bombardamenti della Grande guerra.

 Assume proporzioni maggiori durante la guerra cino-giapponese e la guerra civile spagnola. Diventa una componente fondamentale della strategia dei Paesi combattenti durante la Seconda guerra mondiale. I bombardamenti tedeschi di Coventry, le V1 e le V2 lanciate su Londra, le bombe americane su Milano e Roma nel 1943, i bombardamenti anglo-americani di Dresda e di Amburgo, le bombe atomiche lanciate dagli Stati Uniti su Hiroshima e Nagasaki, non si proponevano la distruzione di un obiettivo militare. Il loro bersaglio era il «morale», vale a dire quel valore intangibile da cui dipende in ultima analisi la capacità di combattere e di resistere. Si colpiscono i civili, in altre parole, per piegare la loro volontà o, meglio ancora, aizzarli contro il loro governo.”

 Fonte:http://www.piazzadelgrano.org/2013/06/29/milk-run/

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 SVOLTA AUTORITARIA?


 È UNA QUESTIONE DI NUMERI L’art. 138 della Costituzione è una norma di garanzia inderogabile. Modificare questa norma significa che tutti i diritti costituzionali saranno indeboliti. Il diritto all'uguaglianza, il diritto alla salute, il diritto all'istruzione, tutti i diritti costituzionali potrebbero restare pallidi ricordi di un tempo sprecato. 

Modificare l’art. 138 oppure consentire anche per una sola volta che la sua validità sia sospesa, è come autorizzare una tantum un omicidio. Il disegno di legge costituzionale 813 per la istituzione di una commissione parlamentare per le riforme costituzionali prevede di derogare una tantum all'art 138 della Costituzione.

 Dunque si chiede al Parlamento di sospendere la norma di garanzia più importante della Costituzione. La motivazione addotta è ridicola: si paventa una finta necessità economica e sappiamo che in Parlamento stagnano personaggi già collaudati a credere che Ruby fosse la nipote di Mubarak, figuriamoci se non riusciranno a credere che la sospensione delle garanzie costituzionali racchiuse nell'art.138 della Costituzione potrà aumentare i posti di lavoro o far diminuire il debito pubblico.

 L’art. 283 del codice penale, prima della riforma, prevedeva che “chiunque commetta un fatto diretto a mutare la costituzione dello stato o la forma di governo, con mezzi non consentiti all'ordinamento Costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni”. 

Nel 2004 una parlamentare della Lega Nord, tale Lussana, presentò un testo di modifica dell’art. 283 codice penale. 
 Nel giro di due anni il governo del massone di Arcore approvò il nuovo testo dell’art. 283 codice penale che così recita “chiunque, con atti violenti, commetta un fatto diretto e idoneo a mutare la costituzione dello stato o la forma di governo, è punito con la reclusione non inferiore a cinque anni”.

 Un disegno di legge non è di certo qualificabile giuridicamente come atto violento. Furono in pochi, e inascoltati, ad intuire che quella modifica dell’art. 283 del codice penale spianava la strada ad un governo autoritario attraverso atti parlamentari.

 Il disegno di legge 813, ora all'esame del Parlamento, si pone in continuità con quel progetto eversivo e gli italiani sono talmente ottenebrati dai talk show ed estasiati dalle performance del finto povero Bergoglio, che non se ne cureranno più di tanto, ancora sotto shock perché Miss Italia non si esibirà attraverso i canali RAI. 
Stiamo assistendo alla trasformazione lenta della nostra democrazia verso un governo che ci priverà di diritti e garanzie, rassicurati dal volto di un bravo ragazzo che sembra prestato per caso al ruolo di Presidente del Consiglio e che invece, quale “nipote dello zio” è più pericoloso di un cobra che sa nascondere abilmente la sua aggressività mentre si accinge a stritolarci.

 http://www.piazzadelgrano.org/2013/06/29/milk-run/

martedì 5 febbraio 2013

Trattativa Stato-mafia........




Trattativa Stato-mafia, Ciancimino vuole ascoltare le telefonate del Colle

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che aveva ordinato la distruzione delle intercettazioni tra Napolitano e Mancino, i difensori del figlio dell'ex sindaco palermitano vogliono stabilire se possono esserci elementi favorevoli al loro assistito. La decisione la prenderà il gip

….. Intanto il gip di Palermo Riccardo Ricciardi ha convocato per l’8 febbraio l’esperto informatico Fulvio Schimmenti, incaricato di individuare e cancellare le tracce elettroniche delle conversazioni. Gli avvocati Francesca Russo e Roberto D’Agostino hanno presentato la loro istanza la settimana scorsa, sostenendo di voler valutare se nei dialoghi ci siano elementi potenzialmente favorevoli alla difesa del loro assistito, imputato – come Mancino – nell’indagine sulla trattativa Stato-mafia.

Secondo la sentenza della Corte il gip deve valutare pure se nei dialoghi vi siano elementi utili alla tutela di altri diritti costituzionalmente garantiti, come i beni della vita e dell’integrità dello Stato e delle istituzioni repubblicane: solo in questo caso potrebbe essere evitata la distruzione. Ricciardi, che comunque non è vincolato dalla sentenza della Consulta, valida solo tra le parti, cioè Quirinale e Procura, aveva anche valutato l’ipotesi di sollevare una nuova questione di costituzionalità. La convocazione di Schimmenti per l’8 febbraio lascia però pensare che il giudice abbia deciso per la distruzione.

Trattativa Stato-mafia, Cianciminovuole ascoltare le telefonate del Collewww.ilfattoquotidiano.it  



LE TELEFONATE del  Senatore Nicola Mancino al  Colle,    registrate nell'inchiesta sui patti fra Stato e Cosa nostra all'epoca delle stragi del 1992-1993. 

Accolta la tesi dell'inviolabilità assoluta del Colle.    La tesi del legale dei pm: "E se progettasse un golpe?". Ingroia: "Siamo cornuti e mazziati, è una sentenza politica"



Insisto nel sostenere che Rivoluzione Civile-Ingroia non deve unirsi alla campagna squallida e tristissima di demonizzazione e criminalizzazione della proposta di Berlusconi di restituire l'IMU pagata sulla prima casa nel 2011-

Oggi fior di economisti hanno sostenuto la perfetta legittimità e sostenibilità della operazione che - è stato ricordato- ha avuto un precedente nella restituzione di parte della tassa sull'Europa fatta dal governo Prodi.


Le definizioni infamanti che i bersaniani hanno fatto della proposta vanno rimesse al mittente.

Non c'entra niente Lauro ed il voto di scambio come hanno lasciato intendere il giudice Grasso e l'ineffabile Monti.


La sinistra deve essere laica e dalla mente aperta.

Se dal campo di Agramante viene una proposta che coincide con la idea secondo la quale i poveri hanno diritto alla proprietà della casa e che non si può sostituire la tassa sulla casa alla patrimoniale come vuole fare Bersani perchè rifiutarla?

Non bisogna avere paura di dare ragione all'avversario quando questo ne azzecca una giusta. Bisogna avere la capacità di egemonia culturale e di assimilare anche talune idee.


giovedì 22 novembre 2012

LAURA PICCHETTI:
HO SENTITO CROZZA ..CHE SBERLEFFA INGROIA ...ADESSO HO SENTITO CHE FAZIO E LUCIANINA FANNO SAN REMO....C'E UNA TARANTOLA CHE DA INCARICHI A CHI LE PARE.... 
MA NON VI SEMBRA ANCHE TROPPO SCOPERTO QUESTO VOLGARE MERCATO.....DEI COSIDETTI COMICI .....CHE SPUTTANANO... PER OTTENERE VANTAGGI PER LA LORO CARRIERA.???
TANTO GLI ITALIANI VOGLIONO SOLO RIDERE
E LA RAI LO OFFRE A 120 EURO ALL'ANNO.
BASTA.. NON E' VERO? 
COSA VOLETE DI PIU'?


----------- DI PIETRO: Monti, sostenuto da PD, PDL, FLI E UDC, ha fatto 3 MILIONI di disoccupati con il 36% di giovani. 4 italiani su 10, sognano un posto fisso. Ha scaricato la crisi sul ceto medio-basso e sulle fasce più deboli, lasciando impuniti corruttori, evasori e amici delle banche. Rivoluzione Civile vuole cancellare la precarietà, ripristinare in pieno l’articolo 18, sostenere pensioni e salari, creare occupazione con investimenti, ricerca, sviluppo e il reddito minimo. Pretendiamo venga applicato sul serio l'Art.1 della Costituzione per affrontare la prima emergenza: il lavoro !

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/02/ingroia-pd-ci-ha-offerto-due-senatori-mascherati-per-desistere/487318/

Il Fatto Quotidiano  

“... Ingroia: “Violante ci ha offerto due senatori ‘mascherati’ per desistere” Il leader di Rivoluzione Civile racconta la "proposta indecente" che gli avrebbe fatto l'esponente del Partito Democratico e precisa: "L'unica proposta politica l'avevamo fatta noi a loro, ma Bersani non ha accettato perché evidentemente aveva già deciso di fare un accordo con Monti dopo le elezioni" di Redazione Il Fatto Quotidiano |


  Due senatori in cambio della desistenza. 

Questa, secondo Antonio Ingroia, sarebbe la “proposta indecente” fatta dal Partito Democratico a Rivoluzione Civile: “Certo che il Pd ci ha proposto la desistenza – ha detto il magistrato nella sua Palermo -, la loro proposta era che noi dovevamo desistere e che un paio di senatori ‘mascherati‘ dovevano essere presentati nella lista del Pd. Mascherati perché non si doveva capire e riconoscere che erano nostri, perché Bersani doveva dimostrare poi a Monti che non aveva fatto alcun accordo con noi. 


Siamo seri”. Come rivelato dallo stesso Ingroia in un’intervista a Fanpage.it, l’autore dell’”offerta” è stato Luciano Violante: “Franceschini ha ragione quando dice che non ci siamo mai visti – spiega il leader di Rivoluzione Civile -. Infatti è stato Violante, nel corso di un incontro, ad avanzare la proposta dei due senatori ‘mascherati’. Il Pd sa bene chi è stato”. Ingroia afferma che gli unici a proporre una proposta politica al Pd erano stati proprio loro di Rivoluzione Civile: 

non si trattava di un “patto di desistenza”, ma di “un governo di centrosinistra riformista e progressista, dove non poteva esserci spazio per Monti, portatore di una politica neoliberista che stanno piangendo ancora oggi molti lavoratori italiani”. Secondo Ingroia, “Bersani non ha accettato perché evidentemente aveva già deciso di fare un accordo con Monti dopo le elezioni”. 

 Gli attacchi di Ingroia non risparmiano nessuno, né Pier Luigi Bersani, né tantomeno Beppe Grillo e Nichi Vendola: “Bersani da una parte e Grillo dall’altra si sono mostrati mestieranti della politica perché chi guarda al bene del Paese cerca il dialogo e un’alternativa di governo. Bisogna smascherare le ipocrisie. 

Mentre noi cercavamo un accordo con il Pd, Bersani stringeva un accordo sottobanco con Monti che, con Berlusconi, glielo ricordiamo, sono le due facce della stessa medaglia”. “Appena siamo entrati in scena i sondaggi del Pd – ha aggiunto – sono calati. Hanno paura di perdere“. 

Come Beppe Grillo: “Apprezzo il Movimento 5 Stelle, ma sempre meno chi li guida. Grillo ha avuto paura del confronto e che una parte del suo elettorato transitasse da noi”. Il procuratore aggiunto in aspettativa mette sul banco degli imputati anche Vendola: “Sta usando la coalizione del centrosinistra come un taxi per superare lo sbarramento del 4%.

 Noi siamo più coraggiosi. 

Troppo comodo pensare di fare l’anima bella dopo”.

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Staminali, "Crozza-Ingroia" fa satira sulle cure condotte da Andolina e il popolo del web si ribella

  • CRONACA Il capolista di Rivoluzione civile: «Fatto grave per le speranze di molti pazienti»
  • 2.2.2013 | 23.51 - «Ho visto la trasmissione di Crozza. Non so se si sia trattato di penosa leggerezza o di malafede guidata dalla politica. Certo l'effetto è stato devastante dal punto di vista politico e grave anche per le speranze di molti pazienti». Amaro il commento di Marino Andolina sulla sua bacheca di Facebook dopo la puntata di "Crozza nel Paese delle meraviglie" andato in onda ieri sera su La7. 

    Il comico genovese, alle prese con l'irresistibile imitazione di Antonio Ingroia, ha attaccato pesantemente la candidatura del medico triestino al Senato nelle liste di Rivoluzione civile, indagato per associazione a delinquere dal pm torinese Guariniello per le sue cure con cellule staminaliAl minuto 2:50 del video che vi proponiamo parte l'attacco di Crozza e degli autori del programma.

    Duro il giudizio di Andolina. «Anche i giudici guardano la tv e sono sensibili al fascino di un comico. Finora una quindicina di pazienti aveva vinto il ricorso contro l'Aifa e ottenuto dai giudici civili l'imposizione delle cure con in nostri "farmaci guasti". Per i prossimi la strada si fa in salita».

    «
    In questo mondo rovesciato basta una cazzata detta da un comico per causare la morte di un bambino. Io non mollo, ma oggi non è un buon giorno», conclude il medico triestino che sul web ha trovato centinaia di messaggi di solidarietà. «Sig. Crozza a nome di tante famiglie, che io rappresento - dice Pietro Crisafulli, presidente dell'associazione Sicilia risvegli onlus - che stanno soffrendo nella totale indifferenza, chieda pubblicamente scusa». 

    «Illustre dott. Crozza... - scrive ancora un papà sul sito dell'emittente televisiva - la mia bimba è una delle fortunate che ha potuto ricevere i medicinali "scaduti e pericolosi" che somministra il dott. Andolina. Si chiamano staminali! Perché "conviene" chiamarli farmaci, e non trapianti come dovrebbero. Nel mio caso cellule che la mamma ha donato alla sua bimba sono diventate farmaci. Il dott. Andolina pur di curare mia figlia si è rovinato la vita, bastava solo facesse finta di non vedere come hanno fatto tutti gli altri medici. Ma lui il giuramento di Ippocrate l'ha fatto davvero!».

    «La mia bambina, con una malattia neurodegenerativa incurabile, sta migliorando da oltre 16 mesi. Ma a nessuno importa. Non voglio difendere la campagna politica del dottore, ma la battaglia che lui combatte a sue speseassieme a decine di famiglie nei tribunali d'Italia per ottenere queste cure».

    Roberto Toffolutti



venerdì 27 gennaio 2012

Un giusto ogni tre milioni

di Lidia Ravera:

SCUSI, PERCHÉ non posso pagarle lo stipendio con un assegno,
lei ce l’ha un conto in banca...
Perché non posso metterla in regola con i contributi, è un suo diritto, sa?”.

La signora è implorante, la colf, italiana, irremovibile.
La signora deve cacciare i contanti e lei i contributi non li vuole, se no perde la pensione di invalidità.
Svelato l’arcano... “l’invalida”, robusta come un toro, alza da terra un divano a due posti. Da sola.
Forse il medico che le ha inventato una malattia invalidante è uno dei 90 che passavano la mutua a 1500 pazienti morti.
E mettevano in conto allo Stato anche un tot di medicine. Fra malati immaginari, morti viventi e finti poveri, la “pulizia etica” pare un’impresa disperata. Se te lo puoi permettere, fai l’evasore fiscale.
Se non hai un reddito abbastanza ghiotto da guadagnarci occultandolo, puoi sempre frodare lo Stato.
E gli onesti? Dove li mettiamo?
“Santi subito” per isolarli in un Tabernacolo?
Nelle riserve faunistiche con i panda? Protetti nelle “quote” celesti? “Almeno un giusto ogni tre milioni di mascalzoni!”.



Altrimenti, rallentati dallo scrupolo di non nuocere agli altri e impoveriti da una rigorosa condotta fiscale, gli onesti rischiano di restare al palo, mentre l’orda degli egoisti compulsivi vince tutte le gare.

giovedì 29 dicembre 2011

SERVIZIO PUBLICO.

http://www.serviziopubblico.it/
Massimo Vezzani tramite Walter Impellizzeri

Qui noi lottiamo per le famiglie dei paesi della dorsale appenninica, delle pianure industriali del nord, del meridione cronicizzato. Lottiamo per la prossima rata da pagare, per la scomparsa del credito alle aziende da 8 o 30 dipendenti, per le mamme lavoratrici senza asili nido, per le donne con 500 Euro di pensione, per i laureati che sperano in un posto a chiamata al Fini grill, o a progetto a Parmafiere, per chi non ha più il treno in Puglia, per chi non ha 28 Euro per un esame del sangue, per chi non prende lo stipendio da 3 mesi, per i datori di lavoro disperati di decine di migliaia di imprese.
Noi sappiamo che non c’è più la democrazia in Italia, e che siamo carne da macello a milioni per il profitto di 2 o 3 mila investitori multimiliardari.
Sappiamo che fra uno o due anni, ci sarà sangue per le strade in Italia, moriranno manifestanti e poliziotti, e politici. Non c’è mai stato un momento più grave di questo dal 1948 a oggi.
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L'Italia dei Valori sin dal primo momento ha detto e ribadisce che valuterà i provvedimenti del governo Monti man mano che saranno presentati e dopo averli letti.
Oggi non li abbiamo letti. Continua la politica delle televendite del presidente del Consiglio, che magnifica i suoi decreti dandogli egli stesso il nome, dal “salva Italia” al “cresci Italia”. Salvo che in quest'ultimo caso neanche ci ha detto come vuol far crescere l'Italia, perché al di là delle dichiarazioni sui massimi sistemi, sapute e risapute da decenni (più liberalizzazioni, sburocratizzazione, lotta all'evasione fiscale, ecc.), alle domande concrete non ha risposto. Specialmente a quelle che gli abbiamo posto noi dell'Italia dei Valori.
Se gli chiediamo come intendi combattere l'evasione fiscale, come intendi combatterla se non riesci nemmeno a siglare un accordo con la Svizzera sulla falsariga di quelli firmati da Germania e Inghilterra, dice che a questa domanda non sa rispondere.
Se gli si domanda come intende intervenire sul lavoro, risponde che sta studiando la Fornero, ma non sa rispondere.
Se gli si dice che bisogna fare una forte lotta alla corruzione con l'approvazione della convenzione dell'Onu, risponde che la sta studiando.
A me pare che lo abbiamo già visto un presidente del consiglio che sapeva vendere se stesso e i suoi provvedimenti prima ancora di farli. Adesso abbiamo bisogno di un governo e di un presidente del Consiglio che prima fanno le cose e poi le annunciano. Dichiarare di averle fatte senza nemmeno riuscire a spiegare in che cosa consistono ci sembra una trovata più che da fine anno da carnevale.


Fiat è molto indebitata, ma anche molto liquida. Una contraddizione. Come mai?.Il debito di Fiat continua ad essere preoccupante anche dopo la fusione tra la casa italiana e Chrysler, che ne ha spostato l'asse economico-industriale oltre oceano, negli Stati Uniti d'America.
Il gruppo nato dalla scissione della vecchia Fiat in due distinte società (Fiat Spa, che detiene le attività nell'auto, e Fiat Industrial, che gestisce le produzioni di camion, trattori, mezzi cingolati, ecc.) aveva al 30 settembre 2011 un indebitamento finanziario totale - bancario e obbligazionario - che sfiorava i 27 miliardi di euro. Questa cifra rappresenta il 229 dei mezzi propri ed è come dire che, per ogni euro di patrimonio netto nei nove mesi dell'anno, Fiat Spa ne ha preso in prestito 2,3 dal mercato e dalle banche. Il rapporto debito/patrimonio netto è addirittura del 330% per Fiat Industrial, cioè di un euro di patrimonio netto ogni 3 euro e 30 centesimi ricevuti da terzi.
Insomma, non solo dal punto di vista debitorio la situazione del gruppo dopo la fusione non è migliorata, ma anzi è peggiorata. Chrysler, infatti, ha portato in dote (e che dote!) a Fiat Spa 9,9 miliardi di debiti che la società di Detroit aveva contratti sul mercato per rimborsare i crediti ricevuti dal governo Usa, senza i quali avrebbe dichiarato fallimento. Al tempo stesso, all'atto della fusione, Chrysler aveva in pancia 7 miliardi di liquidità, ma - attenzione a non lasciarsi ingannare - questi soldi altro non erano che quelli versati da Fiat per sottoscrivere gli aumenti di capitale che le hanno permesso di diventare azionista di maggioranza della stessa Chrysler.
Non è tanto su questo, però, che volevo richiamare la vostra attenzione, quanto su un altro aspetto non meno paradossale: 27 miliardi di euro di debiti finanziari totali non impediscono a Fiat Spa di esporre in bilancio al 30 settembre 2011 una posizione finanziaria netta di 8,7 miliardi. Come si spiega un divario così grande? Semplice: accanto a un'esposizione così consistente, Fiat Spa dispone di una liquidità altrettanto cospicua, di circa 18 miliardi di euro, che detrae (assieme a 181 milioni di altre partite) dall'indebitamento finanziario totale (le cifre sono di R&S).
La domanda che sorge spontanea, a questo punto, è come mai Fiat tiene in cassa tutti questi soldi e non li utilizza, invece, per ridurre i debiti. Di sicuro l'amministratore delegato Sergio Marchionne ha in serbo qualche carta. Forse pensa a una grande acquisizione? O forse sono in programma investimenti colossali? Solo lui può saperlo.
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Salvatore Biundo:
l'onorevole di pietro è fuori come un balcone ha votato la fiducia a questo esecutivo e lui, idv e il pd sono tanto responsabili del sangue che eventualmente scorrerà tanto quanto il pdl, l'udc ecc.
da subito si doveva andare a nuove elezioni invece idv ha appoggiato questo pseudo esecutivo a spese del popolo italiano oggi posso dire che idv ha fallito.......
prima avevo una certa considerazione per questa fromazione politica oggi non è più così.Quando monti mette una nuova tassa io vedo la sua mano retta anche da di pietro, c'è poco da fare.
Un altro dettaglio: sono tutti legati saldamente alle loro poltrone, questo ha impedito loro di operare nell'interesse del popolo

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BUGIE ED IMBROGLI INTERNAZIONALI


Foto bacheca
Notizie dagli Usa. "Occupy 2.0" scopre che il Vaticano possiede Wall Street. Il ...palazzo simbolo del capitalismo finanziario planetario, il luogo dove operano il quartiere generale di Goldman Sachs, di J.P.Morgan, di Citibank, la sezione americana della Barclay’s Bank, oltre alla più voluminosa borsa valori di merci virtuali del mondo, è in affitto. Il proprietario è una società immobiliare gestita... da Padre Cooper, intestata alla Trinity Church sotto la dizione “attività di culto nella gestione di fondi di beneficenza per poveri” per conto di un’azienda finanziata dalla Pax Bank con sede a Francoforte, che risponde direttamente al papa. Sono proprietari di tutto il gigantesco quartiere. Valore della proprietà immobiliare: 10 miliardi di dollari. Si chiama “PTC Properties Corporation” sede legale in Germania.
Una nota triste per noi italiani ma che va riferita per dovere di cronaca. Ad Oakland, California, nel corso di un sit in relativo all’occupazione vietata dei giardini della parrocchia newyorchese di Trinity Church, l’Italia è stata identificata e definita “una nazione fascista, con un governo di tecnocrati scelti dall’Opus dei che rappresentano gli interessi finanziari del vaticano appoggiati, sostenuti e finanziati dall’intera clalsse politica di quel paese, compresa la sinistra di opposizione che li vota”.
Questa è la ragione che il movimento “occupy 2.0” in America attribuisce al fatto che l’Italia sia l’unica nazione in tutto l’occidente nella quale non ha fatto breccia nessuna organizzazione di base, nessuna forma di protesta generalizzata e organizzata, e il nostro paese è l’unico in tutto l’occidente in cui non esiste una sezione italiana di “occupy wall street”, un paese dove le notizie sulle vere opposizioni all’oligarchia planetaria sono sempre più scarse e quelle che vengono fornite non hanno alcun impatto sulla realtà.
Per aggiungere scorno, hanno anche diffuso alla televisione californiana un breve video dell’on. Buttiglione, il quale, una decina di giorni fa sosteneva che “tassare i beni immobiliari del vaticano è assurdo e infantile, la chiesa di Roma è povera, non ha soldi, si occupa soltanto di beneficenza e si avvale esclusivamente dei fondi elargiti dal gran cuore dei credenti nel mondo; pretendere soldi dalla chiesa è come sparare sulla croce rossa”.

(fonte: internet)
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Salvatore Biundo
FERMIAMO LE RELIGIONI O ESSE FERMERANNO I DIRITTI UMANI
Mi piaceNon mi piace più · · 9 minuti fa · A Patrizia Persiani piace questo elemento..

Costantino Porcu le religioni tengono fermi, e saldamente, i diritti umani, ma molti bipedi sembrano felici di questo, pensa che una ragazza non tanto tempo fa mi ha detto che la donna è inferiore all'uomo perchè lo dicono le sacre scritture, non era islamica, era cattolica, le religioni, specie le monoteiste, mi fanno orrore....