venerdì 17 giugno 2011

***La lettera***



venerdì, giugno
17th, 2011

Chi è l’uomo che ha minacciato
la De Gregorio da un telefono
di Palazzo Grazioli?
Minacce a Concita
De Gregorio, da un’utenza telefonicadi Palazzo Grazioli (residenza di Berlusconi) dopo che la direttrice dell’Unità aveva scritto di Bisignani. Lo rivela oggi Concita che nel suo editoriale su L’Unità on line scrive di aver ricevuto quattro telefonate: “La terza (telefonata ndr) di un parlamentare di lunghissimo corso di area una volta andreottiana. L’ultima (telefonata ndr), la più importante, direttamente da palazzo Grazioli via centralino del Viminale, la Batteria. “Mia cara signora – mi disse costui – per la stima che ho di lei mi permetto di metterla in guardia da eventuali errori.

Non vorrei davvero che avesse a dolersene.

Lei sa meglio di me quanto certi terreni siano insidiosi e fitti di trappole. Stia attenta a non farsi strumentalizzare, a non dar credito a voci denigratorie e interessate.
Sarebbe un peccato: dovremmo fare a meno di una voce che è così importante, invece, nel nostro panorama”.
Credo che non vi sfugga il sottotesto muto.
” L’identità dell’uomo che ha chiamato la De Gregorio non è ancora stata resa nota.
Chi è quest’uomo? E c’entra qualcosa con la fuoriuscita di Concita De Gregorio dalla direzione de L’Unità?



CONCITA DE GREGORIO LASCIA L’UNITA’
di LUISA MERLINI*

giugno 17, 2011 di Redazione
La direttrice dell’apertura ai movimenti, ai giovani, della spinta al rinnovamento sostituita con un bersaniano di ferro. E la base Democratica esplode di rabbia.
Per quel senso (almeno apparente, in questo caso) di chiusura autoreferenziale di una classe dirigente che non vuole capire di avere fatto il suo tempo.
Il giornale della politica italiana ospita l’intervento-sfogo della portavoce di Laicità e diritti, il movimento Democratico per un Pd che si impegni (anche) sui diritti civili.

Concita De Gregorio lascia la direzione dell’Unità.
Scrive Pippo Civati sul suo blog: “Concita rappresenta il cambiamento come pochi altri.
E in questo momento questo è così importante e decisivo, il cambiamento, accidenti, che ogni segnale nella direzione contraria è dannosissimo”. Sacrosanto e talmente evidente che solo un imbecille potrebbe pensare il contrario.
Sono stanca. Stanca di spendere la metà delle energie per lottare perché questo partito cambi, per lottare contro cacicchi piccoli e grandi perchè si tolgano il prosciutto dagli occhi e li aprano finalmente per guardare la ricchezza che hanno intorno.
Sono stanca di perdere pezzi per strada, gente che capisce come funzionano gli ingranaggi e che aspira solo a farne parte, rinunciando a quanto detto fino al giorno prima.
Sono stanca di vedere un partito che non si inc****a davanti alle ignominie delle pregiudiziali di costituzionalità opposte alla legge contro l’omofobia e non rende pubbliche e forti dichiarazioni in proposito, a cominciare dal segretario, un partito che all’indomani della vittoria dei referendum e di un Pride che ha visto un fiume di persone per affermare i propri diritti non trova di meglio che mandare D’Alema in tv.
L’espressione di una politica vecchia che piu vecchia non si può. E perdente, se non bastasse.
Sono stanca di vedere l’entusiasmo della base, dopo ballottaggi e referendum, mortificato dalle dichiarazioni di Bersani riguardo all’Udc, “nella testa dei cittadini c’è una saldatura non verbale ma sostanziale sulle questioni democratiche e sociali”. Una saldatura che vede solo lui. Coloro che ha intorno, accecati dalla smania di potere, si guardano bene da fargli aprire gli occhi.

Sono stanca di ripetermi che rimango legata a questo partito, pur senza tessera, perchè ci sono Sandro, Pippo, Ivan, AnnaPaola, che non riesco a sostenere come vorrei e poi Patrizia, Eleonora, Dario, Davide, Meri, Simonetta, Elisa e tanti altri… perché trovo ingiusto disperdere tutte le energie per combattere all’interno, anzichè per migliorare questa società e perché so che molti di loro condividono i miei dubbi.

Sono stanca di dovermi difendere, di farmi il mazzo per i diritti civili per poi sentirmi ripetere vorrei ma non posso, bisogna far quadrato, non si puo’ dividere il partito, etc etc. E’ un leit motiv nauseante. E deprimente.
Sono stanca dei boicottaggi. Nemmeno non ritesserarsi e rifiutare qualsiasi incarico a livello regionale è bastato.

Ma soprattutto mi chiedo se tutto questo abbia un senso, perché quello che sto facendo lo potrei fare meglio, in pace ed armonia altrove.
Tra chi mi ha dimostrato di non avere paura di combattere e di avere a cuore quello che sto facendo. E mi piange il cuore scriverlo, non si tratta del Pd.
LUISA MERLINI*
*Portavoce di Laicità e diritti e militante del Pd

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Il Pd, tramite Soru (che ripunta alla Sardegna), fa fuori Concita De Gregorio
venerdì, giugno 17th, 2011


E’ ufficiale Concita De Gregorio lascia l’Unità. A riferirlo è l’agenzia AgenParl. Non sono noti ancora i motivi di questa scelta. C’entrano qualcosa le ultime critiche mosse da Massimo D’Alema contro un articolo pubblicato sul quotidiano fondato da Antonio Gramsci?

L’Unità si rimette i pantaloni, hanno scritto giornali di destra. Non so che pantaloni porti Claudio Sardo, futuro direttore del giornale, già notista politico del Messaggero, veterano del Transatlantico, tecnico del parlamento a cui in molti si rivolgono per consigli.
Sta di fatto che è un uomo. Non solo, un uomo attento alle ragioni del Pd. Ma guarda un po’…
Con Cocita se ne va anche il vice Bellu, va a dirigere Sardegna 24 neonato giornale di Soru.Chi muove tutte queste pedine? Già, è Soru, il proprietario anche dell’Unità.
Il quale, si dice, vuole ricandidarsi in Sardegna.E allora ecco l’accordo col Pd. Via Concita, dentro Sardo, meno società, più politica.

Povera Concita: l’Unità vende oggi 38 mila copie, questo calo (l’aveva preso aq 48 mila, era cresciuta a 58 mila, poi…) lo imputano tutto a lei, in realtà le imputano di non essersi piegata troppo spesso al Pd. Naturalmente ecco sul piatto della bilancia di nuovo D’Alema. Che pena, questa situazione.
Auguro ai 61 giornalisti superstiti della testata un buon lavoro, certamente. Con loro non ci sono più una quindicina di pensionati cacciati fuori a forza. Pazienza.
Possibile che il Pd continui a produrre queste brutte, bruttissime storie?