giovedì 29 dicembre 2011

SERVIZIO PUBLICO.

http://www.serviziopubblico.it/
Massimo Vezzani tramite Walter Impellizzeri

Qui noi lottiamo per le famiglie dei paesi della dorsale appenninica, delle pianure industriali del nord, del meridione cronicizzato. Lottiamo per la prossima rata da pagare, per la scomparsa del credito alle aziende da 8 o 30 dipendenti, per le mamme lavoratrici senza asili nido, per le donne con 500 Euro di pensione, per i laureati che sperano in un posto a chiamata al Fini grill, o a progetto a Parmafiere, per chi non ha più il treno in Puglia, per chi non ha 28 Euro per un esame del sangue, per chi non prende lo stipendio da 3 mesi, per i datori di lavoro disperati di decine di migliaia di imprese.
Noi sappiamo che non c’è più la democrazia in Italia, e che siamo carne da macello a milioni per il profitto di 2 o 3 mila investitori multimiliardari.
Sappiamo che fra uno o due anni, ci sarà sangue per le strade in Italia, moriranno manifestanti e poliziotti, e politici. Non c’è mai stato un momento più grave di questo dal 1948 a oggi.
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L'Italia dei Valori sin dal primo momento ha detto e ribadisce che valuterà i provvedimenti del governo Monti man mano che saranno presentati e dopo averli letti.
Oggi non li abbiamo letti. Continua la politica delle televendite del presidente del Consiglio, che magnifica i suoi decreti dandogli egli stesso il nome, dal “salva Italia” al “cresci Italia”. Salvo che in quest'ultimo caso neanche ci ha detto come vuol far crescere l'Italia, perché al di là delle dichiarazioni sui massimi sistemi, sapute e risapute da decenni (più liberalizzazioni, sburocratizzazione, lotta all'evasione fiscale, ecc.), alle domande concrete non ha risposto. Specialmente a quelle che gli abbiamo posto noi dell'Italia dei Valori.
Se gli chiediamo come intendi combattere l'evasione fiscale, come intendi combatterla se non riesci nemmeno a siglare un accordo con la Svizzera sulla falsariga di quelli firmati da Germania e Inghilterra, dice che a questa domanda non sa rispondere.
Se gli si domanda come intende intervenire sul lavoro, risponde che sta studiando la Fornero, ma non sa rispondere.
Se gli si dice che bisogna fare una forte lotta alla corruzione con l'approvazione della convenzione dell'Onu, risponde che la sta studiando.
A me pare che lo abbiamo già visto un presidente del consiglio che sapeva vendere se stesso e i suoi provvedimenti prima ancora di farli. Adesso abbiamo bisogno di un governo e di un presidente del Consiglio che prima fanno le cose e poi le annunciano. Dichiarare di averle fatte senza nemmeno riuscire a spiegare in che cosa consistono ci sembra una trovata più che da fine anno da carnevale.


Fiat è molto indebitata, ma anche molto liquida. Una contraddizione. Come mai?.Il debito di Fiat continua ad essere preoccupante anche dopo la fusione tra la casa italiana e Chrysler, che ne ha spostato l'asse economico-industriale oltre oceano, negli Stati Uniti d'America.
Il gruppo nato dalla scissione della vecchia Fiat in due distinte società (Fiat Spa, che detiene le attività nell'auto, e Fiat Industrial, che gestisce le produzioni di camion, trattori, mezzi cingolati, ecc.) aveva al 30 settembre 2011 un indebitamento finanziario totale - bancario e obbligazionario - che sfiorava i 27 miliardi di euro. Questa cifra rappresenta il 229 dei mezzi propri ed è come dire che, per ogni euro di patrimonio netto nei nove mesi dell'anno, Fiat Spa ne ha preso in prestito 2,3 dal mercato e dalle banche. Il rapporto debito/patrimonio netto è addirittura del 330% per Fiat Industrial, cioè di un euro di patrimonio netto ogni 3 euro e 30 centesimi ricevuti da terzi.
Insomma, non solo dal punto di vista debitorio la situazione del gruppo dopo la fusione non è migliorata, ma anzi è peggiorata. Chrysler, infatti, ha portato in dote (e che dote!) a Fiat Spa 9,9 miliardi di debiti che la società di Detroit aveva contratti sul mercato per rimborsare i crediti ricevuti dal governo Usa, senza i quali avrebbe dichiarato fallimento. Al tempo stesso, all'atto della fusione, Chrysler aveva in pancia 7 miliardi di liquidità, ma - attenzione a non lasciarsi ingannare - questi soldi altro non erano che quelli versati da Fiat per sottoscrivere gli aumenti di capitale che le hanno permesso di diventare azionista di maggioranza della stessa Chrysler.
Non è tanto su questo, però, che volevo richiamare la vostra attenzione, quanto su un altro aspetto non meno paradossale: 27 miliardi di euro di debiti finanziari totali non impediscono a Fiat Spa di esporre in bilancio al 30 settembre 2011 una posizione finanziaria netta di 8,7 miliardi. Come si spiega un divario così grande? Semplice: accanto a un'esposizione così consistente, Fiat Spa dispone di una liquidità altrettanto cospicua, di circa 18 miliardi di euro, che detrae (assieme a 181 milioni di altre partite) dall'indebitamento finanziario totale (le cifre sono di R&S).
La domanda che sorge spontanea, a questo punto, è come mai Fiat tiene in cassa tutti questi soldi e non li utilizza, invece, per ridurre i debiti. Di sicuro l'amministratore delegato Sergio Marchionne ha in serbo qualche carta. Forse pensa a una grande acquisizione? O forse sono in programma investimenti colossali? Solo lui può saperlo.
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Salvatore Biundo:
l'onorevole di pietro è fuori come un balcone ha votato la fiducia a questo esecutivo e lui, idv e il pd sono tanto responsabili del sangue che eventualmente scorrerà tanto quanto il pdl, l'udc ecc.
da subito si doveva andare a nuove elezioni invece idv ha appoggiato questo pseudo esecutivo a spese del popolo italiano oggi posso dire che idv ha fallito.......
prima avevo una certa considerazione per questa fromazione politica oggi non è più così.Quando monti mette una nuova tassa io vedo la sua mano retta anche da di pietro, c'è poco da fare.
Un altro dettaglio: sono tutti legati saldamente alle loro poltrone, questo ha impedito loro di operare nell'interesse del popolo

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